Questo 2023, appena iniziato, sarà decisivo per le sorti della libertà e del benessere economico di San Marino.
Ci riferiamo alla gestazione dell’Accordo di Associazione con l’Unione Europea e alla possibile istituzione di un Distretto Economico Speciale.
Per ciò che riguarda l’Accordo con l’UE, il sito sanmarinoineuropa.eu presenta una serie di incontri informativi per i cittadini, da parte di esperti e membri del governo, sui contenuti dell’accordo stesso. Ciò che lascia sconcertati è che nel sito viene scritto che “l’Accordo di Associazione verrà sottoscritto a breve”. Nello stesso sito si afferma che “È un processo complesso e di portata storica. Riguarda questioni cruciali per la vita sammarinese, presente e futura.”
Ma se l’Accordo in questione è “di portata storica e riguarda questioni cruciali per la vita sammarinese”, come è possibile che si dia per scontato che questo accordo verrà siglato? Perché il testo dell’accordo non è stato distribuito ai Consiglieri e non è stato avviato un confronto democratico nelle sedi istituzionali? E su di un accordo storico che verrà firmato a breve, perché i sammarinesi non vengono chiamati ad esprimersi anticipatamente e formalmente? La sensazione è che gli incontri in calendario serviranno a far sentire una sola campana e cioè quella di coloro che sono a favore dell’Accordo, i quali magnificheranno le presunte grandi opportunità che scaturiranno dal trattato.
Noi di Demos proponiamo invece che si organizzino dei contraddittori seri, dove i cittadini possano ascoltare sia la tesi di chi è a favore di questa iniziativa e di chi invece è contrario. I sammarinesi devono essere messi nelle condizioni di comprendere anche i costi e gli aspetti negativi o pericolosi di un accordo internazionale di questa portata. E’ così che una forza politica seria e responsabile gestisce una vera e propria svolta storica. Non si mettono i cittadini ed i consiglieri di fronte ad una sorta di atto compiuto. Siamo consapevoli che quando si stipula un Accordo di Associazione con una controparte molto più grande e potente di noi, il rischio è che il tutto sia sbilanciato a favore dell’UE. Rischia di essere una sorta di annessione. In ballo c’è la millenaria storia di libertà e sovranità della nostra Repubblica. Tutta la vicenda politica e storica della nostra comunità è contrassegnata dalla tutela della indipendenza e della libertà. Non permetteremo mai che questo nostro patrimonio venga svenduto e annullato. La Banca Centrale di San Marino parla apertamente e disinvoltamente, sul suo sito, di “superamento dello status di Paese terzo”. Proprio su questo status, San Marino ha costruito la sua vita e la sua identità e, dunque, ciò che si vuole attuare è un vero e proprio stravolgimento del nostro DNA.
E’ noto che l’Unione Europea si caratterizza per essere un apparato burocratico mastodontico e, spesso, inefficiente. Tende a regolamentare tutti gli aspetti della vita economica e civile di chi vi aderisce. In Italia, ad esempio, buona parte dell’attività del governo e del parlamento è condizionata dalle Direttive Europee, che vanno semplicemente applicate. L’impostazione, pesantemente dirigista, dell’UE stride con le caratteristiche di “agilità” e dinamicità che hanno sempre caratterizzato San Marino. Non a caso, un Paese come la Svizzera ha stipulato solo trattati bilaterali su singole questioni con l’UE e si è rifiutata di stringere un Accordo quadro né, tantomeno, di Associazione. Preferisce mantenersi le mani libere, per conservare la propria indipendenza e per concepire accordi con soggetti diversi a seconda delle convenienze.+
Chiediamo che l’iter di Associazione venga interrotto fino a che i cittadini, i consiglieri e le forze sociali ed economiche non abbiano piena conoscenza e consapevolezza di tutti gli aspetti di questo Trattato. Chiediamo anche che si apra una operazione trasparenza sul testo dell’accordo, per poterne fare oggetto di un vero dibattito, senza che si dia nulla per scontato. La nostra indipendenza e neutralità sono ricchezze che non permettiamo a nessuno di dismettere.
Apprendiamo anche, dalla stampa, che il governo sta valutando di istituire un Distretto Economico Speciale, su input di un imprenditore del real estate spagnolo, tale Enrique Banuelos de Castro. Il Corriere della Sera ci informa del fatto che Banuelos è un imprenditore dalle grandi fortune e dagli altrettanto grandi rovesci e che dopo aver perso 6,4 miliardi di dollari nel mercato immobiliare spagnolo, si è rivolto allo scenario internazionale. Sempre il Corriere ci dice che sta lavorando ad un progetto simile con una repubblica africana, Capoverde. Al di là della caratura e della credibilità dell’imprenditore in questione, su cui non siamo al momento in grado di esprimerci, ci chiediamo come San Marino possa impostare il suo sviluppo sulla base del progetto di un singolo soggetto economico privato. Il governo che guida la nostra Repubblica non è in grado di progettare in autonomia il futuro del Paese? Ha bisogno di affidarsi politicamente all’Unione Europea ed economicamente ad un soggetto estero? La netta sensazione è che il governo non abbia una sua idea di quale debba essere il ruolo di San Marino nello scenario internazionale e nell’economia, che sia privo di un progetto strategico. In questo modo, rischia di consegnare il Paese al primo che gli propone qualcosa che lo possa trarre fuori dall’acqua stagnante in cui si trova. Si tratti dell’UE o di un finanziere spagnolo.
Demos intende lavorare ad un progetto di sviluppo economico di San Marino che sia attrattivo di investitori internazionali e che punti sull’innovazione tecnologica, ma vuole farlo sulla base delle nostre idee e dei nostri interessi senza affidarci ad entità esterne. Questo Paese deve poter esprimere una classe dirigente autonoma, di alto livello e non eterodiretta. Capace di progettare il nostro futuro senza stravolgere i nostri tratti identitari, la nostra storia e la nostra vocazione.
La china presa dal governo è pericolosa, si sappia che noi vigileremo con attenzione e senza fare sconti. San Marino non deve diventare la succursale di nessuno.
San Marino 06 febbraio 2023
Gruppo Comunicazione DEMOS